The Next Documenta Should Be Curated by an Artist (feat. Miart)
Project, 19 April 2017
Talk/Podcast
The Next Documenta Should Be Curated by an Artist (feat. Miart)
Michael Elmgreen, Ingar Dragset, Jens Hoffmann e Christian Jankowski, moderati da Kate Sutton, presentano il talk "The Next Documenta Should Be Curated by an Artist – 14 anni dopo".
Michael Gärtner, Adam Szymczyk wir wollen nicht zur documenta 14.
La redazione di KABUL magazine, in collaborazione con ATP DIARY, ha deciso di rendere disponibili le registrazioni audio di alcuni dei talk di Miart 2017. Gli ospiti invitati al programma di miartalks 2017 – a cura di Ben Borthwick (direttore artistico, Plymouth Arts Centre, Plymouth), Diana Campbell Betancourt (direttrice artistica, Samdani Art Foundation e capo curatrice, Dhaka Art Summit 2018, Bataan e Dhaka) – affronteranno un tema di grande attualità che coinvolge il sistema artistico su scala globale: «il presente e il futuro delle biennali e le sfide delle grandi mostre periodiche nel mondo». L’archivio digitale di KABUL si arricchirà così di podcast, accompagnati da brevi testi introduttivi, facilmente fruibili dai lettori. La raccolta restituirà una documentazione sull’argomento rappresentativo di quest’anno, considerato dai più come uno dei più ricchi per il mondo dell’arte per la grande quantità di appuntamenti offerti.
«The next Documenta should be curated by an artist», screenshot dall’archivio online.
Domenica 2 aprile, presso lo spazio dedicato alla sezione miartalks, si è tenuto un incontro focalizzato sulla figura dell’artista come curatore. Invitare artisti a curare biennali e triennali è diventata ormai una pratica comune. Quanto rimarremmo stupiti se scoprissimo che a curare la prossima edizione di Documenta sarà un artista? Protagonisti del talk sono stati Michael Elmgreen e Ingar Dragset (artisti, Berlino), Jens Hoffmann (direttore di mostre e public programs, The Jewish Museum, New York; direttore artistico di FRONT International Cleveland Triennial for Contemporary Art), Christian Jankowski (artista, Berlino), moderati da Kate Sutton (scrittrice, Zagabria).
Kate Sutton introduce brevemente gli ospiti e il tema dell’incontro: The Next Documenta Should Be Curated by an Artist è il titolo di un progetto a cura di Jens Hoffmann condotto tra il 2003 e il 2004 sulla piattaforma e-flux. Più di trenta artisti furono chiamati a dare un proprio parere sulla figura del curatore. L’inizio di questa raccolta di testi coincideva con la cinquantesima edizione della Biennale di Venezia, diretta da Francesco Bonami, quando per la prima volta due artisti furono invitati a unirsi al team curatoriale: Gabriel Orozco e Rirkrit Tiravanija. Per questo motivo, il 2003 è considerato dalla critica come un anno simbolico per l’avvio del dibattito incentrato sulle possibilità e le specificità della partecipazione di un artista, in qualità di curatore, in una manifestazione di grande scala come Documenta o la Biennale.
A quattordici anni di distanza dal compimento di quel progetto, culminato poi in una pubblicazione cartacea, il duo Elmgreen & Dragset, allora partecipanti a The Next Documenta Should Be Curated by an Artist, raccontano del loro contributo dato sulle pagine di e-flux e del loro coinvolgimento come curatori nella prossima biennale di Istanbul (16 settembre-12 novembre 2017).
La testimonianza della loro esperienza come artisti-curatori, iniziata nel 2009 alla Biennale di Venezia nel padiglione danese e nordico, insieme a quella di Christian Jankowski, in qualità di capo-curatore di MANIFESTA 11 (What People Do for Money, Zurigo, 16 giugno-18 settembre 2016), diventa il pretesto per riprendere alcune questioni avviate da Hoffman.
Come gli artisti rispondono alle aspettative del pubblico quando si trovano a svolgere il ruolo di curatori? Come cambia la loro scala di responsabilità? Come si trovano nella posizione di produttori di opere dovendosi interfacciare con budget e un team di riferimento per ogni artista partecipante?
Jankowski e Elmgreen & Dragset hanno risposto a queste domande spiegando quanto l’esperienza e la carriera dell’artista possano facilitare l’organizzazione di una grande manifestazione espositiva.
"Information is power. But like all power, there are those who want to keep it for themselves. But sharing isn’t immoral – it’s a moral imperative” (Aaron Swartz)
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