L'accelerazione dello sviluppo tecnologico e le sue ricadute sociali e culturali. Issues #17 – #18
Software di riconoscimento facciale.
Il 6 gennaio 2020 Facebook ha annunciato che provvederà a rimuovere tutti i video deepfake dalla sua piattaforma, ovvero i contenuti digitali caratterizzati dalla sintesi dell’immagine umana tramite intelligenza artificiale.
Nella puntata del 31 gennaio 2020 di Pomeriggio Cinque, la conduttrice Barbara D’Urso, per invitare la popolazione a tornare nei ristoranti cinesi, mangia di fronte alle telecamere un biscotto della fortuna di palese produzione industriale, lasciando di fatto intendere una connessione tra il cibo cucinato nei ristoranti e i cibi confezionati e/o di importazione.
La sovrapposizione di immagini e video ha infatti favorito la diffusione di fake news, truffe, contenuti pornografici alterati. La disposizione non riguarderà i video in cui la manipolazione sia evidente e/o a scopo dichiaratamente satirico o parodico.
Questo è solo uno degli esempi della progressiva presa di coscienza delle possibili conseguenze dovute all’utilizzo delle nuove tecnologie nella nostra società. Se il mondo dei social è già un’emblematica vetrina della forza inerziale dei cambiamenti in atto, vediamo di contro un lento e inefficace adeguamento delle direttive a protezione degli individui e delle società nei confronti degli usi disfunzionali della tecnologia.
Nel novembre 2015 i membri di Grindhouse, Tim Cannon, Shawn Sarver, Justin Worst, Jessica Waldrip, Michael Seeler e Marlo Webber si sono fatti impiantare nelle mani prototipi del dispositivo Northstar di Grindhouse.
Un primo passo per la comprensione degli scenari che si stanno definendo potrebbe essere il corretto discernimento delle tecnologie in sviluppo e degli obiettivi alla base? Perché è così diffusa la tendenza a fornire i propri dati personali in cambio di servizi gratuiti social e non? Come sono favoriti il controllo sociale e le scelte politiche dalle nuove tecnologie? Un algoritmo può diventare emblema di vizi culturali come il razzismo interiorizzato? Quanto è sostenibile la tecnologia considerata la presa di coscienza della crisi ambientale in atto? È possibile migliorare la qualità della vita attraverso pratiche di biohacking? E, infine, quanto la tecnologia influisce nella cosiddetta «infodemia», principale causa delle fake news, e come potrebbe invece proteggerci da essa?
Per i numeri diciassette e diciotto, la redazione di KABUL magazine, a due anni dalla pubblicazione di METADATA GALAXIES, si dedicherà a una rassegna critica delle nuove tecnologie e delle ricadute sociali e culturali del loro utilizzo.
Nella puntata dell’11 marzo 2020 di “Stasera Italia”, la conduttrice Barbara Palombelli ha illustrato un metodo fai-da-te per la costruzione di una mascherina antivirus con carta da forno, materiale non adeguato allo scopo, come precedentemente già dichiarato dalla comunità scientifica.
Mettendo da parte l’ambizioso obiettivo di definire un elenco puntuale dei cambiamenti in atto, si cercherà, piuttosto, di individuare le direzioni e le proiezioni che l’accelerazione dello sviluppo tecnologico ha comportato nell’ultimo decennio per l’uomo, e di separare, per quanto possibile, i potenziali virtuosi da quelli distopici.
"Information is power. But like all power, there are those who want to keep it for themselves. But sharing isn’t immoral – it’s a moral imperative” (Aaron Swartz)
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