“Escapismi” propone un’analisi delle molteplici modalità di evasione che l’umanità ha sempre ricercato, e continua a ricercare, per affrontare il presente. Attraverso un approccio interdisciplinare che comprende arte, psicologia, tecnologia e critica sociale, questo numero intende offrire nuove prospettive sul tema della fuga dalla realtà, esplorando le diverse forme e modalità di escapismo che caratterizzano la contemporaneità.
L’American Psychological Association definisce il fenomeno come «la tendenza a fuggire dal mondo reale verso il piacere o la sicurezza di un mondo fantastico» che può riflettersi in tendenze comuni, come per esempio sognare a occhi aperti, mentre nei casi più estremi può essere sintomo di psicosi o altre patologie.
Analizzare l’escapismo significa innanzitutto considerare il momento storico attuale, segnato da guerre, genocidi, oppressione delle minoranze, l’emergere di neofascismi e crisi ambientale. Opportunamente contestualizzato, l’escapismo può essere infatti inquadrato sia come strategia fondamentale di sopravvivenza per l’individuo sia come via per il cambiamento.
Il “gaming” e lo “shifting”, ad esempio, sono due pratiche di escapismo molto diffuse, a tal punto da essere in grado di creare occasioni di confronto e condivisione all’interno di numerose community online. Da una parte, l’universo videoludico offre infatti esperienze immersive che permettono di vivere avventure straordinarie e di esplorare mondi e realtà parallele, fornendo una via di fuga temporanea; mentre dall’altra, lo shifting consente di alterare o spostare la percezione della realtà di un individuo verso un’altra dimensione e/o stato mentale attraverso l’immaginazione attiva.
In entrambe le modalità la tecnologia può giocare un ruolo significativo, ergendosi non come mezzo passivo ma come elemento attivo nella strutturazione stessa della pratica, permettendo nuovi spunti sulla percezione della realtà e sulle relazioni interpersonali.
Infine, è importante considerare l’escapismo anche sotto una lente critica, valutando le possibili implicazioni del disimpegno dalla realtà sociale e politica. Questo numero cercherà quindi di bilanciare la celebrazione delle vie di fuga con una riflessione sulle conseguenze di un allontanamento eccessivo dai problemi reali cercando di porsi domande che non vadano né a giudicare né ad appiattire l’esperienza dell’escapismo che, prima di tutto, riflette un bisogno esperienziale individuale.