Sul «Numogramma»
Il Numogramma è probabilmente la più riconoscibile formulazione meta-teoretica emersa dal lavoro della Cybernetic Culture Research Unit (CCRU),11A questo gruppo para-accademico fondato nel 1995 sono stati dedicati pochi approfondimenti in Italia. Di seguito citiamo i due interventi più rilevanti e chiarificatori degli ultimi anni. Sulla rivista online «Prismo», Valerio Mattioli ha pubblicato un’intervista a Nick Land, uno dei fondatori della CCRU, insieme a un testo introduttivo in cui sono spiegate le ragioni per cui è necessario dare attenzione a questo gruppo di ricercatori e riconoscergli merito per aver gettato le basi per le teorie che animano l’attuale dibattito politico-filosofico: «Cos’era dunque, questa CCRU? A seconda delle interpretazioni, potremmo descriverla come un semplice gruppo di studio interdisciplinare, oppure una banda di ricercatori particolarmente intrepidi, oppure una setta, o addirittura una cospirazione. All’epoca venne interpretata come poco più che una nota di colore nel contesto della nascente Internet culture anglofona, una specie di negativo avariato del tecno-ottimismo neolib di riviste come Wired; ma a posteriori, si è trattato di una delle esperienze più influenti sull’odierno dibattito politico-filosofico. È infatti in seno alla banda di Warwick che vennero gettati i semi di almeno due filoni particolarmente fortunati degli anni 2000: da una parte il cosiddetto realismo speculativo di filosofi come, oltre al già citato Ray Brassier, l’altro inglese Iain Hamilton Grant, anche lui a suo tempo allievo di Land. Dall’altra, quella corrente che del realismo speculativo può essere interpretata come il naturale esito politico: il famigerato accelerazionismo di cui tanto si è parlato da almeno un paio d’anni a questa parte» (V. Mattioli, Meltdown, 7 luglio 2016, «Prismo»).
A premessa della traduzione del testo utilizzato da Nick Land per la performance sonora intitolata Meltdown (tradotto in italiano con il termine Collasso, pubblicato sulla rivista «Lo Sguardo»), P. Berti e G. De Seta rivalutano la rilevanza di Collasso – che nel 1994 viene presentato in una conferenza come un vero e proprio saggio filosofico – alla luce dei recenti dibattiti attorno alle teorie dell’accelerazionismo, della produzione landiana e delle tecnologie digitali: «Gli scenari aperti dai dibattiti attorno a Meltdown e alle provocazioni di Land fungeranno da innesco per la fondazione, durante l’anno successivo, della Cybernetic Culture Research Unit (CCRU), gruppo di ricerca interdisciplinare collocato presso la stessa Università di Warwick e inizialmente diretto dalla filosofa cyberfemminista Sadie Plant. Nel giro di pochi anni la CCRU sbanderà vertiginosamente fuori dal contesto universitario, deprivata da affiliazioni istituzionali e fondi di ricerca, trasformandosi successivamente – sotto la direzione dello stesso Land – in un cenacolo para-accademico dove rave culture, occultismo, numerologia, tecnologie digitali e sperimentazione sensoriale coaguleranno in inaspettate configurazioni filosofiche. Nei modesti locali occupati dalla CCRU, tappezzati da diagrammi esoterici e soffusi dalle costanti vibrazioni di basse frequenze, passeranno studenti e giovani ricercatori oggi numi tutelari di diverse avanguardie del pensiero speculativo quali Mark Fisher, Kodwo Eshun, Steve Goodman, Luciana Parisi, Matthew Fuller, Reza Negarestani, Anna Greenspan, Ray Brassier e Iain Hamilton Grant. Formatisi nel crogiolo della theory-fiction landiana, dove le maglie della rigidità accademica si allargavano per lasciare spazio a un ethos anti-istituzionale e a collaborazioni interdisciplinari con musicisti e artisti provenienti dalle più disparate nicchie dell’underground di fine millennio, i membri della CCRU contribuiranno a tessere un’opera aperta e a oggi largamente inesplorata, in parte documentata sul sito ccru.net, sulla webzine Abstract Culture, nella recente retrospettiva CCRU: Writings 1997-2003 (Time Spiral Press, 2015), e in parte continuata in carriere accademiche ed artistiche individuali» (P. Berti, G. De Seta, Nick Land, accelerazione e “collasso”, marzo 2017, «alfabeta2»). [N.d.R.]
collettivo para-accademico in bilico tra cyber-occultismo e futurismo sottoculturale formatosi negli ultimi anni Novanta ai margini del dipartimento di filosofia dell’Università di Warwick. Descritto in dettaglio nel breve saggio Il Numogramma Decimale (qui offerto nella sua prima traduzione italiana), prefigurato da un altrettanto breve controparte demonologica intitolata Pandemonium, ed elaborato in dieci descrizioni approfondite delle sue singole “Zone”, il Numogramma appare sotto forma di uno schema ontogenetico estratto tramite operazioni di diagrammazione collettiva. Presentato come precursore oscuro della numerazione decimale, il Numogramma irrompe nel nostro presente attraverso le genealogie di sistemi crono-aritmetici quali l’I Ching cinese22Tradotto letteralmente significa «Libro dei Mutamenti». Si tratta di un testo, considerato sacro dalla popolazione cinese e che funge da oracolo da più di 4500 anni. Il suo ideatore Fu Shi utilizzò per primo un sistema di linee intere e spezzate per rappresentare le forze polari dell’universo: positiva (YANG) e negativa (YIN). Il sistema dell’I Ching si basa su 64 esagrammi, ciascuno composto da sei linee spezzate (energia yin) o intere (energia yang). Gli esagrammi vengono creati e composti attraverso il lancio di tre monete a opera del consultante. La costituzione della figura, attraverso l’interpretazione delle linee, sarà il responso ottenuto. [N.d.R.]
, l’Albero della Vita ebraico33Si tratta di una rappresentazione sintetica degli insegnamenti della qabbaláh. L’albero traccia il programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi: conta 10 sfere più una (Daath), ciascuna delle quali rappresenta un aspetto del nostro essere, differenti fasi di un processo di creazione a livello fisico, emotivo (astrale) e mentale. Le 10 sfere/tappe sono unite l’una all’altra da 22 vie che rappresentano i possibili rapporti che si possono creare quando due sfere entrano in collegamento. [N.d.R.]
e le credenze temporali dei Dogon,44I Dogon sono una popolazione indigena del Mali che vive in uno stato di isolamento. Conosciuti grazie ai volumi pubblicati da antropologi come Gabriel Mandel, sono noti per aver scoperto prima degli astronomi la composizione binaria di Sirio (composta da due stelle Sirio A e Sirio B). Grazie alla presenza divina di Nommo (di stampo animista) la popolazione dichiara di aver compreso l’esistenza della seconda stella fino ad arrivare a capire che Sirio B ruota intorno a Sirio A con un’orbita ellittica e in un periodo di tempo corrispondente a 50 anni. Questi dati e intuizioni sono stati successivamente dimostrati scientificamente dagli specialisti. [N.d.R.]
offrendo un potenziale cartografico aperto e generativo.
La fascinazione per la malleabilità della numerazione decimale è riscontrabile in vari scritti di autori affiliati alla CCRU, ed è riconducibile a un desiderio di slegarsi da tradizioni filosofiche e sistemi culturali, innestando macchine speculative ai confini dell’astrazione algebrica. Controparte spazio-temporale della Matrice demonologica, il Numogramma è una topografia paradossale che combina labirinto e connessione, numerazione e flussi cronologici, orientata non tanto alla decodifica di eventi passati quanto alla derivazione iperstizionale – termine usato dalla CCRU per definire elementi culturali che si auto-realizzano attraverso un’intensificazione temporale.55In un recente articolo dedicato alla pubblicazione in lingua italiana di Realismo capitalista di Mark Fisher, membro della CCRU, Valerio Mattioli introduce il termine «iperstizioni» in questo modo: «Fisher individuava le tracce di un futuro capace di operare già nel presente fino al punto di modificarlo: per usare il vocabolario della CCRU, era la più classica delle iperstizioni, un concetto che Fisher non abbandonerà mai anche e soprattutto quando di questo futuro verranno meno le tracce». (V. Mattioli, La funzione Fisher: Eredità e importanza di Mark Fisher, autore di Realismo Capitalista, «Not», 22 gennaio 2018). [N.d.R.]
Questo schema diagrammatico opera secondo una logica procedurale basata interamente sullo zigonovismo, un processo di accoppiamento tra cifre a somma dieci. Il complesso intreccio relazionale delle cifre comprese tra 0 e 9, inteso dalla CCRU come una sorta di stregoneria temporale che dà corpo a delle “sizigie” (coppie numeriche), assume la forma di una mappa-tempo in grado di incanalare le correnti che sorreggono e formano la struttura del Numogramma.
Il millenarismo cibernetico evocato da termini quali “porte”, “trame”, “circuiti” e “livelli spinali” richiama la concezione ballardiana del tempo come movimento catatonico, e aggiorna l’inquietudine lovecraftiana a una contemporaneità computazionale. Le processualità matematiche del Numogramma ricordano anche gli assemblaggi delle officine anti-edipiche di Deleuze e Guattari,66Per chiarire quali siano i contesti e le modalità con cui gli esponenti della CCRU abbiano citato le teorie «antiedipiche» di Deleuze e Guattari si rimanda all’articolo Nick Land, accelerazione e “collasso”, in cui si fa riferimento a un preciso passo di L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia citato da Land: «“Ma quale via rivoluzionaria? Ce n’è forse una? Ritirarsi dal mercato mondiale, come consiglia Samir Amin ai paesi del Terzo Mondo, in un curioso rinnovamento della “soluzione economica” fascista? Oppure andare in senso contrario? Cioè andare ancor più lontano nel movimento del mercato, della decodificazione e della deterritorializzazione? Forse, infatti, i flussi non sono ancora abbastanza deterritorializzati, abbastanza decodificati, dal punto di vista di una teoria e di una pratica dei flussi ad alto tenore schizofrenico. Non ritirarsi dal processo, ma andare più lontano, ‘accelerare il processo’, come diceva Nietzsche: in verità, su questo capitolo, non abbiamo ancora visto nulla” (G. Deleuze, F. Guattari, L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, Einaudi, Torino 1975, p. 272). Ossessionato dal “continuo riarrangiare simboli sullo schermo verde del suo obsoleto calcolatore nel profondo della notte” (R. Mackay, Nick Land – An Experiment in Inhumanism, «Umêlec Magazine», 1, 2012) e portato ai confini del collasso psicotico dal continuo uso di sostanze stimolanti, Land riesce a intravedere, sotto forma di allucinazioni geotraumatiche, ciò che Deleuze e Guattari avevano difficoltà a immaginare: “Mentre il boom sino-pacifico e l’integrazione economica globale automatizzata distruggono il sistema mondiale neocoloniale, la metropoli è costretta a ri-endogenizzare la propria crisi. Il capitale iper-fluido, deterritorializzando a livello planetario, spoglia il primo mondo dal privilegio geografico, scatenando reazioni euroamericane di panico neo-mercanitilista, deteriorazione del welfare state, enclavi cancerizzanti di sottosviluppo domestico, collasso politico, e il rilascio di tossine culturali che accelerano il processo di disintegrazione in un circolo vizioso”» (P. Berti, G. De Seta, Nick Land, accelerazione e “collasso”, marzo 2017, «alfabeta2»). [N.d.R.]
specialmente nel loro attribuire la numerazione a una mobilità interna agli “spazi lisci”, opponendola alle ristrettezze geometriche degli “spazi striati”. In particolare, nel Trattato di Nomadologia incluso in Mille Piani, Deleuze e Guattari introducono l’idea di “numero numerante”, inteso come una “organizzazione aritmetica autonoma” opposta alla nozione oltre-codificata di numero rappresentazionale familiare ai più; in questo senso, la condizione evidentemente aritmetica della “macchina nomadica” non serve più né a contare né a misurare, ma guadagna piuttosto un ruolo esclusivamente direzionale nello spazio liscio, mantenendo un rapporto dinamico con le superfici geografiche. Il “numero numerante” – nella formulazione deleuzoguattariana così come in quella numogrammatica (intesa come mappa di un territorio a-dimensionale in cui i numeri si spostano nomadicamente) – perde dunque la sua abilità di dividere o distribuire in termini gerarchici, funzionando invece come vero e proprio soggetto desiderante: la natura nomadica dello spazio liscio, che il Numogramma in qualche modo incarna, permette dunque l’occupazione tempo-territoriale piuttosto che la computazione aritmetica classicamente intesa.
A questi riferimenti si aggiunge la simmetria tra il Professor Challenger, trasportato dalla penna di Conan Doyle alle superfici rizomatiche di Mille Piani, e la figura del Professor Barker,77Daniel Charles Barker è stato professore di Anorganica Semiotica al Kingsport College a partire dal 1992. I suoi successi intellettuali interessano tutta la gamma delle scienze della vita e della terra, oltre alla ricerca archeoculturale, semiotica matematica, linguistica anatomica e ingegneria informatica. Allenatosi come un crittografo all’inizio degli anni ’70, ha passato la vita a decifrare copioni antichi, residui quasi biotici e modelli minerali anomali. Nell’autunno del 1998 alcuni membri della CCRU hanno incontrato il professor Barker nel suo ufficio. Per conoscere gli argomenti oggetto dell’incontro si invita alla lettura del testo The CCRU interview with Professor D.C. Barker. [N.d.R.]
[7] a cui la CCRU attribuisce la formulazione originaria del Numogramma stesso. La presenza-assenza di Barker, professore di semiotica anorganica al Kingsport College, su uno sfondo di seminari semideserti e webzine non indicizzate, contribuisce al complesso pantheon di entità e costrutti che sostengono la mitologia CCRU, in un intreccio di citazioni che riconduce a un incontro col popolo dei Nma e al continente perduto di Lemuria. I Nma, secondo le osservazioni etnografiche condotte da Barker negli anni Cinquanta, sarebbero stati dediti a pratiche stregonesche articolate da un complesso calendario iper-triadico88Vd. «Numogramma Decimale» segg. [N.d.R.]
di 729 giorni, il quale rifletteva una concezione del tempo, dell’esistenza e della tecnica non basata sulla contrapposizione binaria ma sulla molteplicità schizoanalitica offerta dallo zigonovismo.99Ibidem. [N.d.R.]
Non a caso, la “Spirale di Barker” proposta dal professore come rappresentazione grafico-semiotica di una numerazione lineare esplosa spazialmente, viene riscoperta dalla CCRU come una delle prime versioni del Numogramma.
Predatato tramite riferimenti etnografici, occultato dietro sistemi di numerazione binaria e disseminato come schema diagrammatico negli esperimenti theory–fiction della CCRU, il Numogramma è a oggi l’esempio più evidente di iperstizione filosofica: dalla copertina della recente antologia CCRU Writings 1997-2003 (pubblicata da Time Spiral Press e Urbanomic) ai recuperi post-ironici a opera dell’accelerazionismo incondizionato (U/ACC), i complessi circuiti di feedback che compongono questo tracciato tempo-numerico continuano ad ancorare la speculazione a un referente comune che deve il suo successo all’opacità generativa che accomuna tutti i sistemi di codificazione simbolica – dall’I-Ching alla Gematria, dall’oroscopo all’UNIX.
Introduzione di Paolo Berti e Gabriele de Seta
Il Numogramma Decimale
Pandemonio è il sistema completo di demonismo lemuriano e stregoneria del tempo. Esso consiste di due componenti principali: Numogramma (mappa-tempo) e Matrice (elenco di nomi, numeri e attributi dei demoni).
Il sistema è costruito secondo criteri immanenti latenti del calcolo decimale, e implica solo operazioni aritmetiche di base (assemblate a partire da addizioni e sottrazioni).
Il Numogramma, o Labirinto Decimale, è composto da dieci zone (numerate da 0 a 9) e dalle loro rispettive interconnessioni. Queste zone sono raggruppate in cinque coppie (sizigie) a somma nove [zigonovismo]. La differenza aritmetica di ogni sizigia definisce una corrente (o una connessione a una zona traente). Le correnti costituiscono i flussi primari del Numogramma.
Il numero di ogni zona, quando cumulato digitalmente, definisce il valore di una porta, la riduzione della quale determina il corso di un canale corrispondente. I canali costituiscono i flussi secondari, i buchi-tempo, ovvero le interconnessioni segrete del Numogramma.
La disposizione delle correnti divide il Labirinto in tre sistemi temporali di base. Innanzitutto, le correnti delle tre sizigie centrali, ruotando in senso antiorario, compongono reciprocamente un ciclo. La stregoneria lemuriana chiama questo anello interno il Circuito Temporale. In secondo e terzo luogo, sia nelle sizigie Superiori che in quelle Inferiori, le correnti prodotte si ripiegano su (metà di) se stesse, dando vita ad anelli autonomi: la Trama (superiore) e il Plesso (inferiore). I circuiti di Trama e Plesso hanno una natura intrinsecamente criptica, complementata dagli enigmi della loro interconnessione. Essi sono variabilmente considerati Fuori-Tempo o Fuori-dal-tempo.
Le porte e i loro canali tessono il Labirinto, fornendo connessioni tra sistemi-tempo altrimenti incompatibili. Essi aprono e chiudono le vie del traffico magico. Nonostante ogni porta sconvolga il tempo a suo modo, le loro operazioni variano con una certa coerenza regionale.
Numogramma e Otz Chaiim
Per coloro che hanno familiarità con la Tradizione Magica Occidentale, è probabile che il Numogramma rievochi inizialmente l’Albero della Vita qabbalistico. Entrambi sono costruiti come diagrammi decimali che coinvolgono nodi di connettività tra dieci zone di base, intrecciate enigmaticamente in un ultra-ciclo (che collega regioni superiori e inferiori). Entrambi trattano i nomi come numeri, e numerizzano per riduzione e cumulazione digitale. Entrambi includono passaggi attraverso acque abissali e regioni infernali. Entrambi mappano zone su livelli spinali.
Nonostante le molteplici interconnessioni, ci sono ragioni convincenti per considerare l’Albero della Vita una variante stravolta del Numogramma piuttosto che un sistema parallelo. Durante il lungo passaggio attraverso tradizioni ermetiche atlantidee e post-atlantidee, le distorsioni sistematiche del Numogramma (introdotte per confondere i non-iniziati) si sono gradualmente fossilizzate in dottrine fuorvianti e in un’immagine dogmatica dell’Albero.
Più evidentemente, una rozza distribuzione dei numeri – nel loro ordine essoterico – fu sostituita (ridondantemente) da una distribuzione numogrammaticale, ora esoterica, che procede secondo criteri immanenti (la rete che emerge qabbalisticamente dalle stesse zone numeriche). In maniera ancor più devastante, l’originale solidità di calcolo e linguaggio sembra essere stata fratturata durante uno stadio iniziale, con l’introduzione di una divisione tra il numero delle Sephiroth (10) e quello dell’alfabeto ebraico (22). Il risultato fu una rottura tra i nodi dell’Albero e i canali interconnessi che ha compromesso ogni speranza di decifrazione. Le Sephiroth – segmentate oltre-e-contro le proprie connessioni – diventano statiche e strutturali, mentre i percorsi perdono qualsiasi principio di allocazione. Un esito analogo è evidente nella segmentazione dei Tarocchi in Arcani Maggiori e Minori. Tentativi sempre più disperati, arbitrari e mistificanti di riunire i numeri e le loro connessioni sembrano aver ossessionato tutte le successive tradizioni occultiste.
Numogramma e I Ching
Ci sono numerose prove, sia immanenti che storiche, che l’I Ching cinese e il Numogramma dei Nma condividano una matrice iperculturale. Entrambi sono associati a complicate zigonomie, o a sistemi a doppia numerazione, e trattano problematiche astratte che coinvolgono suddivisioni di vettori decimali (come suggerito dalle Dieci Ali del commento tradizionale all’I Ching). La riduzione digitale di potenze binarie si stabilizza in un ciclo a sei passaggi (con valori 1, 2, 4, 8, 7, 5). Questi passaggi corrispondono alle linee dell’esagramma e alle zone circuito-tempo del Numogramma, producendo un ciclo-6 binodecimale (il quale viene anche generato in senso inverso tramite numerazione quintuplicativa). In entrambi i casi viene seguita una regola di accoppiamento supplementare secondo un criterio zigonomico (accoppiamento-9 di valori ridotti: 8:1, 7:2, 5:4, a loro volta associati a coppie di esagrammi).
Il circuito-tempo del Numogramma – così come l’esagramma dell’I Ching – associa implicitamente lo zero con l’insieme dei valori triadici esclusi. A questo proposito, è intrigante constatare come numerose indicazioni puntino a un antico conflitto tra le pratiche di numerazione triadica e quelle binarie della cultura cinese antica, suggerendo che la dominazione binaria del calcolo decimale produca sistematicamente un resto triadico coerente col nulla. In questo senso l’esagramma stesso dimostra una tensione evidente, poiché reinserisce un iperfattore triadico nell’insieme binodigitale ridotto (combinato con la sua somma a ventisette, o alla terza potenza di tre).
Un antico parallelo binotriadico dell’I Ching, chiamato T’ai Hsuan Ching (o Canone del Mistero Supremo) consisteva in ottantuno tetragrammi, i quali invertivano la relazione tra valori numerici espliciti e impliciti. La divisione del Tao Te Ching di Lao Tse in ottantuno sezioni suggerisce che questo conflitto numerico abbia rappresentato un fattore di controversia produttiva nella storia antica del taoismo.
Etnografia dei Nma
La cultura dei Nma non può essere decifrata senza la chiave di lettura fornita dal Labirinto-Tempo Lemuriano. L’influenza di un criterio temporale iper-triadico è evidente nei retaggi di organizzazione familiare, calendari e relativi rituali Nma. Prima della calamità del 1883, i Nma esistevano in vere e proprie tribù (divisioni macrosociali tripartite) distribuite secondo una tridentità di base (composta dai macro-raggruppamenti incrociati Tak-, Mu-, e Dib-Nma) supportata da un ciclo matrimoniale patrilocale triangolare. Ogni matrimonio identificava una donna con una corrente del Numogramma o passaggio-tempo (le donne Tak-Nma si sposano con i Mu-Nma, le Mu-Nma con i Dib-Nma, le Dib-Nma con i Tak-Nma). Il calendario comune alle tre tribù si basava su un sistema zigotriadico (che usava 6 cifre per dividere un biennio da 729 giorni in potenze frazionarie di tre). I Mu-Nma impiegano ancora oggi un calendario di questo tipo (il corrente calendario Mu-Nma viene regolato da intercalazioni regolari di tre giorni supplementari ogni secondo ciclo, ovvero ogni quattro anni. La precedente pratica di intercalazioni non è facilmente recuperabile).
Nei rituali dei Nma il circuito-tempo è concretizzato come un idro-ciclo: una divisione e ricombinazione delle acque. Le tre fasi di questa ricorrente trasmutazione sono: 1) le acque non divise (fase oceanica), 2) la costituzione di nuvole (evaporazione), e 3) il rovescio (precipitazione, flusso fluviale). Queste sono associate alla grande bestia marina (Mur Mur), al predatore delle paludi fumanti (Oddubb) e a ciò che caccia tra le tempeste (Katak). Il ciclo è chiuso da un ritorno alle acque abissali, le quali collegano intrinsecamente l’ordine del tempo, e la sua ricorrenza, a un cataclisma finale (precedente a qualsiasi opposizione tra tempo ciclico e tempo apocalittico). È in questo contesto che il mito transculturale del diluvio può essere riportato al suo senso aborigeno (che corrisponde anche alla Trimurti indù, con le sue tre fasi di creazione, conservazione e distruzione).
Le zone del Numogramma
Le Zone. Zona Zero. Zona Uno. Zona Due. Zona Tre. Zona Quattro. Zona Cinque. Zona Sei. Zona Sette. Zona Otto. Zona Nove.
Paolo Berti è attualmente dottorando in storia dell’arte contemporanea alla Sapienza di Roma. Si occupa di nuovi media, estetiche dei sistemi di controllo e società delle reti.
Gabriele de Seta è un antropologo dei media, attualmente ricercatore presso l’Università di Bergen. Il suo lavoro accademico, basato su un coinvolgimento etnografico con diversi contesti, si concentra sulle pratiche digitali e la creatività vernacolare in Cina. Altri suoi interessi includono le scene di musica sperimentale, l’internet art e le intersezioni collaborative tra pratiche artistiche ed antropologiche. http://paranom.asia
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Cybernetic Culture Research Unit è stato un collettivo di teorici culturali fondato nel 1995 da Sadie Plant e Nick Land presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Warwick. Il gruppo ha organizzato una serie di eventi e conferenze (Virtual Futures, 1996; Swarmachines; Afro-Futures, 1996; Virotechnics, autunno 1997), e ha curato la rivista Collapse e una serie di fascicoli sulla cultura astratta. I temi trattati principalmente erano futurismo, tecnoscienza, filosofia, misticismo, numerologia, teoria della complessità e fantascienza. Tra i membri, Matthew Fuller, Steve Goodman (Kode9), Kodwo Eshun, Mark Fisher e Orphan Drift.
KABUL è una rivista di arti e culture contemporanee (KABUL magazine), una casa editrice indipendente (KABUL editions), un archivio digitale gratuito di traduzioni (KABUL digital library), un’associazione culturale no profit (KABUL projects). KABUL opera dal 2016 per la promozione della cultura contemporanea in Italia. Insieme a critici, docenti universitari e operatori del settore, si occupa di divulgare argomenti e ricerche centrali nell’attuale dibattito artistico e culturale internazionale.