Il linguaggio è una facoltà propria dell’essere umano che può essere analizzata sotto molteplici punti di vista: quello biologico, intendendo le specifiche funzioni muscolari e neurali implicate; quello sociale e storico, come atto comunicativo in costante evoluzione tra le diverse epoche; come veicolo per affermare l’identità di una cultura (o sottocultura); e perfino come strumento per la creatività e l’espressione estetica nell’arte.
Grazie a questa facoltà, gli esseri umani sono stati in grado non solo di comunicare tra loro, ma anche di descrivere la realtà, organizzarla e trasformarla. L’evoluzione del linguaggio è infatti coincisa con lo sviluppo della tecnologia, del progresso e, più in generale, della conoscenza.
Non esistono attività umane in cui il linguaggio non sia direttamente coinvolto: il segno, la scrittura e la lingua sono infatti ciò che definiscono la realtà della nostra esperienza, il modo in cui ci relazioniamo a noi stessi e al mondo. Se è dunque vero che il linguaggio dà forma all’esperienza, vale la pena chiedersi quanto i problemi che affliggono il mondo dipendano in forma diretta dal linguaggio stesso.
«Se un leone potesse parlare noi non potremmo capirlo».
Riflettere sul linguaggio ci permette pertanto di comprendere le strutture del pensiero e le modalità di espressione delle diverse culture, e ci consente, al tempo stesso, di avviare alcune importanti riflessioni sulla comunicazione tra specie diverse: «Se un leone potesse parlare noi non potremmo capirlo» (Wittgenstein). La differenza essenziale tra esseri umani e altre specie consiste infatti nella nostra competenza linguistica, che ci consente di creare, attraverso un insieme finito di elementi, un numero infinito di messaggi dai significati diversi, permettendoci inoltre di parlare di cose lontane nello spazio e nel tempo e di concetti concreti e astratti. Tuttavia, prendere coscienza di questa competenza, grazie alla quale abbiamo costituito le basi per le nostre civiltà, in alcuni momenti della storia ha portato ad assumere un approccio riduttivo, antropocentrico e specista nei confronti delle altre forme di vita.
Oggi, l’argomento è ancora al centro del dibattito: da un lato per analizzarne l’origine e il rapporto con la mente, anche grazie all’apporto dei nuovi metodi di indagine neuroscientifica; dall’altro, in ambito sociale, per studiare la sua natura trasformativa nei processi di cambiamento culturale.
Il numero Linguaggi parte proprio da queste riflessioni: che cosa sappiamo a oggi del rapporto tra pensiero e linguaggio? Come le varie di forme di linguaggio ci parlano delle culture? Quanto la coscienza è perturbabile dall’uso del linguaggio? Può il linguaggio avere una valenza inclusiva che non sia solo formale? Lo specismo è condizionato dallo sviluppo del linguaggio umano?
"Information is power. But like all power, there are those who want to keep it for themselves. But sharing isn’t immoral – it’s a moral imperative” (Aaron Swartz)
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